L’Arcadia in Brenta, libretto, Leida, Luzac, 1752

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 FABRIZIO, poi LAURETTA
 
 FABRIZIO
 Ohimè! Dove m'ascondo?
 Ohimè, che son andato in precipizio.
1125Povera Arcadia! Povero Fabrizio!
 È finito il denaro;
 è venduto il vendibile. Ogni cosa
 alfin s'è terminata il giorno d'ieri
 e non v'è da mangiar pei forastieri.
1130Oh sorte! Oh cielo! Oh fato!
 Io non so che mi far, son disperato.
 LAURA
 Signor Fabrizio d'ogni grazia adorno,
 io gli auguro il buongiorno.
 FABRIZIO
 Grazie a vossignoria.
 LAURA
1135Che mai ha, che mi pare
 alterato un tantin?
 FABRIZIO
                                     Mi duole il capo.
 LAURA
 Me ne dispiace, anch'io
 mi sento nello stomaco aggravata,
 beverei volentier la cioccolata.
 FABRIZIO
1140(La solita campana).
 LAURA
                                        Vuol far grazia
 d'ordinarla in cuccina.
 FABRIZIO
 (Certo tu non la bevi stamatina).
 
 SCENA II
 
 Madama LINDORA e detti
 
 LINDORA
 Signor Fabrizio, amabile e garbato,
 ella sia il ben levato.
 FABRIZIO
                                        Ancora lei...
 LINDORA
1145Supplicarla vorrei
 ordinar mi sia data
 la mia colazioncina praticata.
 FABRIZIO
 E in che consiste la sua colazione?
 LINDORA
 Fo pestar un cappone,
1150poscia lo fo bollire a poco a poco
 e lo fo consumar fin che vi resta
 di brodo un scudellino
 e vi taglio due fette di panino.
 FABRIZIO
 Se il cappon non vi fosse...
 LINDORA
                                                  Oh me meschina!
1155Certo mi ammalerei,
 certo per debolezza io morirei.
 FABRIZIO
 Se il brodo di cappon vuol aspettare,
 stamattina madama ha da creppare.
 
 SCENA III
 
 Il CONTE e detti
 
 IL CONTE
 Nostro eroe, nostro nume, (A Fabrizio)
1160giacché nel principato
 anco per questo dì fui confermato,
 impongo che si faccia
 una solenne strepitosa caccia.
 I cacciator son lesti,
1165sono i cani ammaniti, altro non manca
 che il generoso core
 d'ospite così degno
 supplisca dal suo canto al grande impegno.
 FABRIZIO
 Come sarebbe a dir?
 IL CONTE
                                         Poco e polito.
1170Un sferico pasticcio,
 due volatili alessi,
 un quadrupede arrosto,
 torta, latte, insalata e pochi frutti.
 E poi il di lei bel cor contenta tutti.
 FABRIZIO
1175Ah non vuol altro? Sì, sarà servito.
 Stamane il desinar sarà compito.
 
 SCENA IV
 
 FORESTO e detti
 
 FORESTO
 Signor Fabrizio.
 FABRIZIO
                                 Ebben, che c'è di nuovo?
 FORESTO
 È un'ora che vi cerco e non vi trovo.
 Dove diavolo è
1180il rosolio, il caffè?
 Giacinto ne vorria, Rosana il chiede
 e un cane che lo porti non si vede.
 FABRIZIO
 Oh cancaro, mi spiace! Presto presto.
 Pancrazio, dove sei! (Viene il servo)
1185Apri l'orecchio bene.
 Servi questi signori come conviene.
 
    Se voi non volete altro
 il tutto vi sarà
 e lei quanto richiede
1190non dubiti averà.
 
    (Io già me lo figuro,
 io già ne sto sicuro
 che questo non sarà).
 
 SCENA V
 
 Il CONTE, madama LINDORA, LAURETTA e FORESTO
 
 IL CONTE
 Generoso è Fabrizio.
 LINDORA
                                         È di bon core.
 LAURA
1195Per le ninfe d'Arcadia è un bon pastore.
 FORESTO
 Signori miei, disingannar vi voglio,
 il povero Fabrizio è disperato.
 Egli s'è rovinato.
 Ordina di gran cose ma stamane
1200non ha due soldi da comprarsi un pane.
 LAURA
 Ma la mia cioccolata?
 FORESTO
 Per stamattina è andata.
 IL CONTE
 La caccia e il desinar?
 FORESTO
                                           Convien sospendere
 fin che si trovin quei che voglion spendere.
 LINDORA
1205Ma il piccion vi sarà?
 FORESTO
                                          No certamente.
 LINDORA
 Come viver potrò senza ristoro?
 Ahimè, che languidezza! Io manco, io moro.
 IL CONTE
 Ah madama, madama,
 eccovi sampareglie,
1210spirito di melissa,
 acqua della regina,
 estratto di cannella soprafina.
 LINDORA
 V'è alcuna spezieria?
 FORESTO
                                         Sì, mia signora.
 LINDORA
 Deh fatemi il piacer, contino mio.
1215Andatemi a pigliare,
 giacché non ho ristoro,
 della polvere d'oro,
 un cordiale di perle,
 un elexir gemmato
1220con qualche solutivo delicato.
 IL CONTE
 Per servirvi, madama, in un istante,
 pongo lo sprone al cor, l'ali alle piante. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 Madama LINDORA, LAURETTA e FORESTO
 
 LAURA
 Eh madamina mia,
 so io che vi vorria
1225perché ogni vostro mal fosse guarito.
 LINDORA
 E che mai vi vorebbe?
 LAURA
                                            Un bel marito.
 
    Le fanciulle giovinette
 son soggette a certi mali
 ma non hanno gli speziali
1230la ricetta che vi vuol.
 
    Altro recipe richiede
 della giovine il difetto.
 Un amante giovinetto
 d'ogni mal sanar la puol.
 
 SCENA VII
 
 LINDORA e FORESTO
 
 FORESTO
1235Che ne dite madama, la ricetta
 piacevi di Lauretta?
 LINDORA
 A dire il vero un marito geniale
 credo ancor io non mi farebbe male.
 FORESTO
 Ma che vuol dir che spesso
1240vi vengon svenimenti?
 LINDORA
                                            Io ve la dico
 appunto come sta; finto ho svenire
 per volermi col conte divertire.
 FORESTO
 Eccolo che egli viene.
 LINDORA
                                         Andate, andate.
 FORESTO
 Egli v'ama, il meschino, e voi il burlate.
 
1245   L'amore nelle donne
 è un'arte, un mero inganno;
 sugli occhi ce la fanno
 senza riserva ognor.
 
    Son nella rete anche io
1250ed il capriccio soffro
 del più bizarro amor.
 
 SCENA VIII
 
 LINDORA, poi il CONTE
 
 LINDORA
 Io fo così, sian belli o sian brutti,
 per prendermi piacer li burlo tutti.
 CONTE
 Madama il tutto è fatto,
1255la prego ritirarsi a casa sua
 che lo speziale
 ha portata la polvere e il cordiale.
 LINDORA
 Si vede che vi siete affaticato.
 CONTE
 Qui non c'è mal nessuno;
1260e questo è il mio dovere
 per servire una dama sì garbata.
 LINDORA
 Io vi son vera serva ed obligata.
 
    Sì, vado.
 
 CONTE
 
                      Vada.
 Cara madama
1265io parto, addio,
 non posso più.
 
 LINDORA
 
    Contino amabile,
 io parto, addio,
 non posso più.
 
 A DUE
 
1270   Il cor mi palpita
 né so perché.
 
 LINDORA
 
    Ah sì vi son serva.
 
 CONTE
 
 Ah sì vi son servitor.
 
 SCENA IX
 
 GIACINTO, poi ROSANA
 
 ROSANA
 Giacinto, il tutto è pronto.
1275Preparato è il burchiello.
 Mandati avanti ho i servitori miei,
 che veniste voi meco io bramerei.
 GIACINTO
 Non ricuso l'onor che voi mi fate.
 ROSANA
 Anzi, se non sdegnate,
1280quando nella mia casa voi sarete
 io farovi padron e disporrete.
 GIACINTO
 Io, Rosana, perché?
 ROSANA
                                       Perché se veri
 son que' detti di ieri...
 Basta, di più non dico.
 GIACINTO
1285Sì; mia cara, v'intendo;
 e da voi sol la mia fortuna attendo.
 
    Già ti parlai d'amore
 né ti movesti a sdegno;
 sai del mio cor l'impegno,
1290taccio né spero invan.
 
    Non fia che nuovo ardore
 nascer mi senta in seno;
 dell'alma mia gli affetti
 sempre per te saran.
 
 SCENA X
 
 ROSANA sola
 
 ROSANA
1295Giacinto ha un certo brio
 che piace al genio mio.
 Per lui a poco a poco
 m'accese un dolce foco in seno amore.
 L'amo, l'adoro e gli ho donato il core.
 
1300   Principiai amar per gioco
 e d'amor il cor m'accesi,
 già m'aletta il dolce foco.
 E maggiore ognor si fa.
 
    Fra i piaceri e fra i diletti
1305oggi nacque il mio tormento;
 ma d'amare io non mi pento
 perché spero alfin pietà.
 
 SCENA ULTIMA
 
 Giardino che termina al fiume Brenta, in cui evvi il burchiello che attende la compagnia dell’Arcadia.
 
 FABRIZIO, poi FORESTO, poi ROSANA, poi GIACINTO, poi madama LINDORA, poi LAURETTA e per ultimo il CONTE
 
 FABRIZIO
 No, non vuo' che si dica
 ch'io abbia avuto di grazia
1310d'andar in casa d'altri
 dopo aver rovinata casa mia,
 vuo' fugir la vergogna e scampar via. (S’incontra in Foresto)
 FORESTO
 Dove, signor Fabrizio?
 FABRIZIO
 Vado a far un servizio.
1315Aspettatemi qui, che adesso torno. (Vuol andar da una parte e s’incontra in Rosana)
 ROSANA
 Cercato ho ogni contorno,
 alfin v'ho ritrovato,
 signor Fabrizio amato,
 degnatevi venir in casa mia.
 FABRIZIO
1320Con buona grazia di vosignoria. (Vuol andar da un altro lato e s’incontra in Giacinto)
 GIACINTO
 Fermatevi signore,
 fateci questo onore,
 venite da Rosana a star con noi.
 FABRIZIO
 Aspettate un pochino e son con voi. (Si volta da una parte e incontra madama Lindora)
 LINDORA
1325Dove correte?
 FABRIZIO
                             (Oh bella!) (Vuol andare dall’altra e incontra Lauretta)
 LAURA
 Dove n'andate?
 FABRIZIO
                                (Oh buona!) (Vuol rigirarsi per un altro lato e incontra il conte)
 IL CONTE
 Voi siete prigionier, non vi movete.
 FABRIZIO
 Che vi venga la rabbia a quanti siete.
 FORESTO
 Orsù, signor Fabrizio,
1330permettete ch'io parli; ognuno sa
 che siete un galantuomo,
 che siete rovinato,
 che non v'è più rimedio. Ognun vi prega
 che venghiate con noi; se ricusate,
1335superbia, e non virtù, voi dimostrate.
 ROSANA
 Vi suplico.
 LINDORA
                       Vi prego.
 LAURA
                                          Vi scongiuro.
 IL CONTE
 Non siate con tre donne ingrato e duro.
 FABRIZIO
 Orsù m'arrendo al generoso invito.
 Non è poca fortuna
1340per un uom rovinato
 esiger compassion dal mondo ingrato.
 Per lo più quegl'istessi
 ch'hanno mandato il misero in rovina
 lo metton colli scherni alla berlina.
 CORO
 
1345   In tal felice
 giorno sereno
 nel nostro seno
 giunge il piacer.
 
    Sempre è più caro
1350quando precede
 il duolo amaro
 al bel goder.
 
 Fine del dramma